Recensione

Uscire dalla comfort zone delle proprie letture non è mai facile, ma la prima volta che ho letto la trama di Anatomia di un mostro ne sono rimasta affascinata. Un elemento fondamentale mi ha colpita: l’approfondimento psicologico che era al centro di tutta la vicenda. E non ne sono rimasta delusa.

Le vicende si aprono con assassinio cruente di un uomo facoltoso, Riccardo Dell’Orso. Per il Commissario Franchini è un puzzle da risolvere, perché la mente dietro il crimine non è quella di un semplice criminale, ma di sicuro cela dei risvolti inaspettati. Nelle indagini vengono coinvolte le persone più vicine alla vittima e pagina dopo pagina ci addentriamo nella sua vita, conoscendo la sua personalità che non è proprio limpida. Tra i vari affetti di Riccardo Dell’Orso ne spicca uno: la figliastra Nora, una psicologa penitenziaria.

Tratto psicologico

La vita di Nora e della vittima Riccardo nasconde dei segreti: una storia di dolore, sofferenze e “abusi”, perché nessuno in questo libro è mai quello che sembra. Ogni personaggio ha uno spaccato psicologico importante, pieno di sfaccettature grazie alle quali il lettore è portato a porsi tante domande: cosa è giusto, cosa è sbagliato? Dove finisce il senso morale e inizia l’egoismo personale?

Attraverso le indagini l’autrice Brunella Schisa ci mostra un mondo cruento e reale, quello dei serial killer, delle loro menti che sono un buco nero nel quale è facile sprofondare. Con l’avanzare della storia si crea proprio “un anatomia del mostro”, della mente dell’assassino. Il libro, dunque, porta alla luce non solo il processo dietro un’indagine ma si sofferma proprio sulla parte psicologica e su quelli che possono essere gli effetti su coloro che prendono parte a casi del genere, perché nessuno alla fine può uscirne indenne e senza alcuna “ferita”.

Sono rimasta affascinata dalla storia, dalla bravura dell’autrice di raccontare l’animo e la mente umana mostrandone debolezze e punti di forza. Mi sono ritrovata ad immergermi in una realtà per me sconosciuta ma nella quale mi sono sentita un po’ protagonista: sono entrata in sintonia con i protagonisti e insieme a loro ho risolto non solo il mistero ma ho provato allo stesso tempo tutte le loro emozioni.

Lo stile

Brunella Schisa ha una penna unica nel suo genere: uno stile incalzante ed immersivo, che ti permette di cogliere tutti i dettagli della storia. Usa i tecnicismi del mondo di riferimento in maniera calzante, permettendo al lettore di comprendere i diversi aspetti delle indagini, anche per coloro che sono lontani dall’ambiente descritto.

Per quanto riguarda i personaggi, invece, riesce a creare una trama di relazioni sociali solide e forti, dove ognuno ha un ruolo fondamentale per lo svolgimento della storia. I dialoghi hanno sempre uno scopo, lasciano un indizio o approfondiscono aspetti importanti della storia. Infine, anche il lato più intimista dei personaggi è rappresentato in maniera chiara, dandoci uno scorcio della loro personalità e della loro anima.

Considerazioni finali

Mi sento di consigliare questo libro a chi ama non solo i thriller ma la psicologia in generale. Perché l’approfondimento della mente e animo umano, di come essi influiscano nel mondo della criminalità, è intenso, dettagliato e vi farà vedere il mondo con occhi nuovi!

Voto : ⭐⭐⭐ ⭐