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La figlia della foresta

Titolo: La figlia della foresta

Autore: Juliet Marillier

Genere: Fantasy storico

Edito: Mondadori – Oscar Vault

Nell’Irlanda del X secolo, sospesa tra mito e storia, vive Lord Colum di Seven­waters con i suoi sette figli, sei ragazzi e una bambina, Sorha. Sarà proprio lei, la più piccola della famiglia, a proteggere la casata e difendere la loro terra dai nemici britanni: il padre, infatti, è stato stregato da Lady Oonagh e i fratelli sono stati colpiti da un incantesimo che solo la ragazza potrà sciogliere. Per riuscirci, dovrà sostenere un lungo esilio da Sevenwaters e affrontare imprese durissime, che la feriranno nel corpo e nell’anima. E quando si troverà prigioniera degli avversari, la sua stessa vita – insieme a quella di coloro che ama – sarà in pericolo.

Sorha conoscerà la paura, il tradimento, ma anche l’onore, la lealtà. E soprattutto l’amore. Basato su una solida conoscenza del mondo celtico e ispirato all’antico racconto I sei cigni , ripreso anche dai Grimm e da Andersen, La figlia della foresta intreccia tipici elementi fiabeschi (la matrigna malvagia, la metamorfosi magica, l’imposizione del silenzio) con le vicende di una vera famiglia che affronta difficoltà di ogni genere mettendo a dura prova i propri valori.

Recensione

Magia, incantesimi, storia e romanticismo. Sono solo alcuni dei temi di questo romanzo di Juliet Marillier. Il primo della “Sevenwaters Trilogy” composta da ben 6 volumi. La storia, ambientata in un Irlanda divisa tra il culto celtico e l’avanzata della religione cattolica, vede come protagonista Sorha. L’ultima ed unica femmina dei sette figli di Lord Colum di Sevenwaters. Una fanciulla che si ritroverà a combattere contro una maledizione per liberare i propri fratelli. Un viaggio che la porterà alla scoperta di se stessa e del mondo che la circonda.

Questo libro è un retelling della favola dei Grimm “I cigni selvatici”. Ma da questa poi si distacca, perché l’autrice fa una ricerca storica e culturale dell’Irlanda del tempo. Lo stile è unico: mi ha ricordato le ballate nordiche, che si tramandano di generazione in generazione. Una prosa fluida, ricca di descrizioni che ti fa immergere in un mondo per certi aspetti reale e per altri mistico. La ricerca delle tradizioni, usi e costumi del tempo è evidente. Soprattutto la dicotomia tra la vecchia religione e quella “nuova”.

È un libro scritto alla fine degli anni 90 (cosa di cui bisogna tener conto), e che di conseguenza per alcuni aspetti potrebbe peccare di negligenza nel trattare certi temi. Tuttavia, va considerato il contesto storico e le dinamiche del tempo rappresentato. Il potere del silenzio. La protagonista per adempire al suo compito non può parlare. Però la storia non perde il suo potere narrativo. Conosciamo Sorha attraverso i propri pensieri e azioni. Le descrizione è talmente viva che non ho sentito la mancanza dei dialoghi veri e propri.

L’amore fraterno simbolo di salvezza. Il libro si incentra molto sull’amore fraterno che diventa il mezzo per poter distruggere qualsiasi ostacolo, in questo caso la maledizione. A questo si aggiunge l’amore romantico, che invece salva Sorha da se stessa e dai propri incubi. Un libro forte, immersivo che mi ha coinvolta dalla prima all’ultima pagina. Emozioni, pianti e gioia. Un mix che non provavo da tempo. Se siete amanti dei fantasy storici non perdete la possibilità di leggerlo!

Voto: 4/5

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